Il conflitto tra i genitori nell’educazione dei figli
Tanti sono gli interrogativi e le affermazioni che esprimono i genitori rispetto all’educazione dei loro figli, in particolar modo in questi anni, in cui i modelli culturali a cui la famiglia fa riferimento continuano a cambiare. Oggi, infatti, non vengono più seguite le norme educative che hanno fatto da guida per le generazioni precedenti e questo, in alcuni casi, crea uno spaesamento nella coppia genitoriale.
Talvolta accade inoltre che i genitori non abbiano la stessa visione rispetto all’educazione dei propri figli, per cui, quasi sempre, uno dei due finisce per assumere il ruolo più normativo e l’altro uno più permissivo. Le conseguenze, agli occhi del bambino, sono che uno dei due genitori viene identificato come quello “buono” a discapito dell’altro che viene visto come quello “cattivo”, portando alla creazione di un’alleanza figlio e genitore (modificabile in base alla situazione) che esclude il terzo deprivando il minore del suo ruolo specifico all’interno della famiglia ed estromettendo l’adulto dal suo.
Al di là del fatto che questa diventi una situazione spiacevole per il secondo, tale divisione produce degli effetti negativi sul bambino.
Una conseguenza ulteriore è che quando i bambini trovano difficile seguire le regole, si rivolgono genitore che, in quel momento, risponde meglio alle loro esigenze e volontà. Il problema è, però, che i bambini non sanno realmente ciò che è giusto o che non lo è per il loro benessere e la loro crescita.
Anche i ragazzi, soprattutto quando stanno attraversando la delicata fase preadolescenziale ed adolescenziale, hanno bisogno che gli adulti di riferimento siano coerenti e fermi nelle loro posizioni.
Infatti i figli hanno bisogno di sentire che i propri genitori siano
Ovviamente è molto difficile che tra mamma e papà qualsiasi principio pedagogico sia esattamente lo stesso. Ma
Come possono fare mamma e papà se non sono d’accordo su alcune regole?
1. Se avete un’idea differente rispetto al partner conviene sedersi a tavolino verificando i pro e i contro di quella regola. Attenzione però, è importante che i figli non siano presenti durante questo momento di confronto; 2. Cercate di trovare un terzo punto vista, che sia il risultato dei pensieri di uno e dell’altro mescolati insieme; in questo modo eviterete di portare il partner completamente dalla nostra parte e viceversa. Smussare il proprio pensiero per giungere ad uno nuovo aiuterà entrambi a sentirsi accolti ed accettati; 3. Non lasciate irrisolte le questioni educative, poiché non si risolveranno da sole; 4. Evitate di screditare l’altro genitore di fronte ai figli, perché questo comportamento crea malessere e tensione in tutto il nucleo familiare.
Un detto africano dice che “Per educare un bambino ci vuole un intero villaggio”. L’ideale dovrebbe essere, dunque, che i principi educativi che imperano all’interno della famiglia si possano riscontrare in qualsiasi agenzia educativa frequentata dai bambini, ma dato che questo non sempre avviene, perché non fare in modo che, almeno a casa, mamma e papà diventino due complici che lavorano insieme per il raggiungimento di un unico obiettivo? Ovvero, il